Reattore a sali fusi – Le centrali di smaltimento nucleare, decadimento, riduzione tempo di decadimento,

L'industria energetica si sta avvicinando sempre di più alle fonti di energia verde, lasciando così il passo alle fonti energetiche fossili e nucleare, quest'ultima si porta dietro un grande fardello, ovvero le scorie radioattive dovute alle reazioni nucleari necessarie per la produzione energetica. In particolare vi sono delle scorie nucleari dette ad alta attività o scorie di 3° che sono quelle a più alta pericolosità, in quanto hanno una radioattività elevata è il periodo di decadimento può andare oltre i 100'000 anni. 

Fino ad oggi lo stoccaggio di questa tipologia di scorie è stata problematica  ma oggi grazie alla rielaborazione dei reattori  a sali fusi  potrebbe dare nuova vita a queste scorie.

 Questa tipologia di reattori nucleari fu elaborata negli anni 60 dove utilizzavano dei sali di cloruro per il raffreddamento del nocciolo,  inoltre questi avevano la particolarità, rispetto a quelli con il raffreddamento ad acqua dolce, le loro dimensioni erano particolarmente ridotte infatti sempre in quegli anni vi erano diversi studi per consentire l'uso di questi reattori per la propulsione degli aerei. La messa in funzione di queste centrali mise alla luce un problema difficilmente risolvibile per la tecnologia di allora dovuta all'elevata corrosività del sale.

 Perché questa tecnologia oggi ritorna in auge?

 Non vi è una sola risposta a questa domanda, ma ci sono diverse spiegazioni, la prima fra tutte è quella che la nuova scienza dei materiali permette l’utilizzo di materiali che non si corrodono con l'azione salina permettendo così l'utilizzo di questa tecnologia.

 Altro aspetto molto importante e la possibilità di utilizzare le scorie nucleare ad alta attività, mista al sale di cloro, questo consente la produzione di energia elettrica con un ERoEI (ritorno energetico sull'investimento energetico) alquanto elevato pari a 1200, il confronto con il carbon fossile è sicuramente impari in quanto quest’ultimo ha un ERoEI compreso tra 18 e 43, ma ancora più importante è che le scorie processate hanno una riduzione vertiginosa del periodo di decadimento che si attesta tra 200 e 300 anni rientrando così tra le scorie radioattive di primo e secondo livello che sono più facilmente stoccabili.

 Ci sono altri aspetti positivi per questo tipo di centrali come ad esempio:

  • una riduzione delle emissioni di CO2  a paragone una centrale a gas immette nell'atmosfera circa 600.000 tonnellate  di anidride carbonica in più rispetto alle centrali a sali fusi
  • altro fattore positivo  è la scalabilità energetica in base alla richiesta della rete pertanto non si verifica lo spreco di risorse che si può verificare in qualsiasi altra centrale nucleare
  • nondimeno la possibilità di convertire le attuali centrali a Carbone o a gas naturale ad un costo relativamente basso e con regimi di sicurezza elevati, indipendentemente dalla loro grandezza in quanto il reattore a sali fusi ha un'elevata scalabilità dimensionale.

 

 Oggi l'industria energetica grazie allo sviluppo di nuove ingegnerie ha la possibilità di intraprendere una strada del tutto green  e come abbiamo visto di ridurre grandemente  l'impatto ambientale e radioattivo portando una maggiore vivibilità per l'uomo.

 Questa è l'ingegneria che ci piace.