Quando si parla di nomi legati all’ingegneria, si pensa, nella stragrande maggioranza dei casi, ad una figura maschile. Eppure, nel corso della Storia, ci sono stati numerosi ingegneri donna che hanno contribuito al progresso di questa affascinante professione.
Meritano sicuramente una menzione a parte nomi come:
- Edith Clarke (1883-1959), che è stata la prima donna a diventare ingegnere.
La Clarke inventò l’omonimo calcolatore, un semplice dispositivo grafico che risolveva equazioni che avevano a che fare con la corrente elettrica.
- Emma Strada (1884-1970), prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria, al Politecnico di Torino, con il massimo dei voti. Il primo progetto al quale lavorò fu una galleria di accesso ad una miniera in Valle d’Aosta.
La Strada fondò la AIDIA, Associazione Italiana Donne Ingegnere e Architetto.
- Valentina Tereshkova è diventata la prima donna ad andare nello spazio, guadagnandosi un prestigio eccezionale entrando nel ristretto (per allora) club delle prime donne ingegnere nel settore aerospaziale. Lei si offrì volontaria per il programma spaziale sovietico nel 1961 e sebbene non avesse alcuna esperienza come pilota, fu accettata nel programma grazie ai suoi 126 lanci con il paracadute.
- Helene Rother era una rifugiata in fuga dalla Francia occupata dai nazisti, una madre single, e una donna con un coraggio ed una voglia di emergere incredibile. Grazie alle sue skill e al suo impegno nello studio divenne una delle prime donne ingegnere a sviluppare con successo una carriera nell’ingegneria del design. Nel 1943, la Rother si unì allo staff di design degli interni della General Motors (GM) a Detroit, qui si specializzo in design per interni automobilistici e mobili dove si si ritaglio un ruolo da assoluta protagonista.
- Mary Winston Jackson è stata la prima donna afroamericana a lavorare come ingegnere aeronautico per la NASA. Durante gli anni scolastici e accademici la Jackson si distinse sia in matematica che in scienze, conseguendo una laurea in matematica e una scienze fisiche.
Dopo una serie di lavori, Mary è riuscita a trovare un impiego presso la NASA in Virginia. Mary subì in prima persona la segregazione e si affermò nonostante questa.
In pochi anni le sue skill la portarono a diventare il primo ingegnere afroamericano della NASA dove dopo 34 anni è riuscita ad ottenere il titolo più alto possibile all’interno del dipartimento di ingegneria.