maniglia auto-igienizzanti

Come “purtroppo” sappiamo bene, il Covid-19 può sopravvivere su oggetti che tocchiamo facendo divenire le nostre mani dei vettori del virus sia per noi che per i nostri familiari più stretti.

Le previsioni ci dicono che dovremo convivere con questo virus per almeno un altro anno, quindi terminata la fase emergenziale è necessario acquisire nuovi processi, e sviluppare nuove tecnologie per riuscire a ridurre o eliminare la potenzialità della trasmissione.

Una delle risposte dell’ingegneria a questa sfida che l’intera umanità sta affrontando è un dispositivo utilizzato costantemente tutti i giorni in tutto il mondo, rendendolo un campo fertile per i virus in generale e quindi anche per il covid-19, ma da oggi una nuova tecnologia semplice e facilmente applicabile la maniglia auto-igienizzante.

Questa geniale idea è stata concepita da due studenti di ingegneria, Sum Ming Wong e Kin Pong Li, dell’università di Hong Kong, questa è realizzata con un cilindro di vetro ed alle estremità vi sono due tappi in alluminio, il cilindro esternamente è rivestito da in film fotocatalitico di biossido di titanio. Questo fine strato che circonda il tubo di vetro mediante una reazione chimica catalizzata dalla luce UV è in grado di decomporre i microorganismi.
La maniglia non ha necessità di essere collegata alla corrente elettrica o ad una batteria in quanto si autoalimenta mediante un generatore interno, che converte l’energia cinetica del movimento di apertura e chiusura della porta in energia luminosa.

Una tecnologia simile, ma che sfrutta solo i raggi UV è utilizzata in borracce LARQ che permettono l’utilizzo per l’uomo di acque provenienti da fiumi o laghi durante una escursione in piena natura.

Dai primi test di laboratorio si è riscontrato che questa tecnologia permette di abbattere circa il 99,8% dei microbi presenti sulle maniglie con risultati paragonabili all’utilizzo di agenti prettamente chimici ma con la possibilità di attuarla ogni qual volta questa viene utilizzata.
 L’obiettivo ora è riuscire a commercializzare il prodotto, soprattutto per quei luoghi pubblici come centri commerciali, hotel, ospedali, autobus, dove è presente un elevato rischio di diffondere l’infezione. I due studenti con questo progetto si sono anche aggiudicati un importante premio internazionale,
James Dyson Awards 2019, che supporta studenti universitari e neo-laureati in progetti concreti atti a risolvere problematiche attuali.